
L' anima romana di Ugo Ojetti
Visse i primi anni di vita tra i rioni Trevi e Colonna. Il percorso della sua carriera trovò nel tempo molteplici espressioni artistiche, nei suoi tanti viaggi come corrispondente estero raccontò in modo esemplare e innovativo il mondo di allora. Passò gli ultimi anni nella sua villa Il Salviatino, a Fiesole dove si spense il primo gennaio del 1946. La città eterna restò nella sua anima fino alla fine... [leggi tutto]
Corrado Mantoni, il caposcuola
Secondogenito di mamma Olga maestra elementare e papà Piero Mantoni tipografo, conosceva bene e amava Roma, ha segnato la nascita e la storia della radio italiana e successivamente della televisione, ne è stato un colosso divenendo nel tempo per tutti gli italiani, con il su modo educato, la sua simpatia e la sua caratteristica voce, quel personaggio «di famiglia» che ancora oggi facciamo fatica a dimenticare ... [leggi tutto]
Moravia e l'esistenzialismo
Nacque in via Giovanni Sgambati nel quartiere Pinciano. Alberto Moravia è considerato lo scrittore più ‘razionale’ del Novecento italiano: «Mi sento molto vicino a quello che pensavano i Greci, che l’arte sia figlia della memoria, e la memoria è sempre memoria di cose avvenute, e non di cose che non sono state»... [leggi tutto]
Cola di Rienzo, l'ultimo tribuno
Gloria e sventura di un «figlio del popolo» che arrivò ai vertici del potere tra intrighi misteriosi e cruente lotte baronali nella Roma comunale del trecento non più capitale di un impero, non più al centro della Cristianità. Tentò di instaurare una forma di amministrazione diversa in una città straziata dai conflitti tra il popolo e i baroni ... [leggi tutto]
Monica Vitti, la mattatrice
Considerata ancor oggi la quintessenza del cinema italiano, del quale fu per molti anni una delle regine incontrastate. Fra le attrici della sua generazione Monica Vitti è una delle poche che è riuscita a passare da ruoli drammatici e autoriali a ruoli scanzonatamente umoristici o addirittura comici con una grazia e una leggerezza diventata nel tempo leggendarie...» [leggi tutto]
Elena Fabrizi, cuore popolare
Il mito e il ricordo della Sora Lella rappresentano un simbolo della romanità verace. Elena Fabrizi figlia di Giuseppe Fabrizi e Angela Petrucci, era ultima di sei fratelli, il maggiore era Aldo. La mamma aveva un banco di frutta e verdura a Campo de' Fiori. Anche se si volevano molto bene, Elena e Aldo si frequentavano poco. Non andavano particolarmente d'accordo probabilmente a causa della differenza d'età e dei rispettivi caratteri, non facili ... [leggi tutto]
Nannarella, l'orgojo de' Roma
L'infanzia e la giovinezza di Anna Magnani
«Ho capito che non ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza di meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per questa lacrima, ho implorato questa carezza. Se oggi dovessi morire, sappiate che ci ho rinunciato. Ma mi ci sono voluti tanti anni, tanti errori...» [leggi tutto]
Menestrello della Garbatella
Alvaro Amici crebbe nel lotto 31 vicino alla scalinata di via Orsucci nel popolare quartiere della Garbatella. Visse la sua giovinezza negli anni segnati dalla seconda guerra mondiale e poi dal dopoguerra. Iniziò a lavorare come tornitore in un'officina meccanica e poi in un laboratorio di oreficeria e come pittore edile; la sua passione, però, era cantare» ...
Meo Patacca di Bernieri
Dai versi dell'opera romanesca del XVII secolo, Meo Patacca è un personaggio mitico ancora vivo tra le tradizioni locali. Tuttavia per la gran parte dei romani il nome del suo autore rimane pressoché sconosciuto: Giuseppe Berneri fu membro di diverse accademie letterarie del suo tempo, di cui si ricorda soprattutto l'Accademia degli Infecondi. Di lui non è rimasto neppure un ritratto ... [leggi tutto]
Mario Brega, il caciarone
Quella sera Carlo chiedeva consigli a raffica al maestro esponendo a ruota libera la sua idea di cinema. Sergio Leone ne rimase entusiasta, quando entrò nella stanza senza bussare un omone con la camicia aperta, una grande croce d'oro e un vocione che urlò senza garbo: «'A Sergio, vengo dar mercato, t'ho portato i carciofi». A Carlo verdone mancava ancora l'attore per il padre dell'hippy. Era perfetto. un classico "romano dé borgata" di mezz'età: chiassoso, battutaro, diretto, manesco ma, in fondo, dall’aria paterna... [leggi tutto]
Carletto Mazzone: er sòr Magara
Patrimonio italiano del calcio, fu per i suoi suoi giocatori un padre. Per tanti giovani tifosi e sportivi un saggio. Solo alla soglia dei cinquantasei anni raggiunse il grande sogno della vita, quello di allenare la squadra del suo cuore. Quando approdò a Trigoria aveva gli occhi che gli brillavano e si assunse con entusiasmo il compito di tenere a battesimo il primo anno della famiglia Sensi. Furono gli anni in cui scoprì, credette e supportò il talento del giovane Totti... [leggi tutto]
Il realismo romano di Sandro Onofri
In un'affascinante intervista di Roberto Carvelli, lo scrittore raccontò il suo modo di vedere Roma e la romanità alle soglie del terzo millennio. Sandro Onofri fu uno scrittore che cercò costantemente di cancellare la linea di confine che separa la realtà dalla finzione. Se ne andò prematuramente a soli quarantaquattro anni... [leggi tutto]
L'elegante romanità di Maria Beatrice
Per la carriera di Bice Valori il passaggio dal repertorio della prosa alta alla rivista-commedia musicale e al protagonismo d’intrattenimento sul piccolo schermo, fu irresistibile ma la penalizzò agli occhi della critica teatrale che, incredibilmente, non la ritenne degna nemmeno di una voce apposita nell’Enciclopedia dello spettacolo, a differenza del marito.
Ma a distanza di tanti anni dalla sua morte, rivederla oggi in azione, evidenzia la grandezza artistica di questa straordinaria attrice, comica e conduttrice televisiva... [leggi tutto]
Er conte Adriano Bennicelli
Vissuto alla fine dell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento è stato un personaggio molto popolare della Roma umbertina: i conti Bennicelli si erano arricchiti con il commercio del legname, così la gente lo soprannominò Tacchia, che in romanesco significa zeppa di legno. Sempre molto elegante, prediligeva il thight, guanti sempre a penzoloni e bombetta; andava in giro per la città con una delle sue carrozzelle tirate da due o quattro cavalli e per chi non gli dava strada erano parolacce ma anche liti e denunce, che contribuirono a farlo spesso partecipe nelle cronache del tempo... [leggi tutto]