CORRADO MANTONI

CORRADO MANTONI, IL CAPOSCUOLA di Claudio Di Giampasquale

Corrado Mantoni conosceva bene e amava Roma, ha segnato la nascita e la storia della radio italiana e successivamente della televisione, ne è stato un colosso divenendo nel tempo per tutti gli italiani, con il su modo educato, la sua simpatia e la sua caratteristica voce, quel personaggio «di famiglia» che ancora oggi facciamo fatica a dimenticare. 

Nacque nel secondo anno del ventennio fascista, venne al mondo nel rione Prati il 2 Agosto del 1924, secondogenito di mamma Olga maestra elementare e papà Piero Mantoni tipografo, trasferitisi a Roma per lavoro provenienti dalle alte Marche. Visse una serena infanzia nell’appena sorto quartiere umbertino ricevendo un’educazione esemplare da ambedue i genitori che contribuirono significativamente a influenzare lo sviluppo culturale dei figli.

In quei tempi l’istruzione scolastica italiana, ristrutturata nel 1923 dalla riforma di Giovanni Gentile che ne innalzò l’obbligo sino ai 14 anni, era marcatamente influenzata dall'ideologia del fascismo. La scuola elementare era severa: classi maschili e classi femminili, una sola maestra o maestro, i banchi erano biposto spesso scomodissimi e tante ore seduti; i primi due anni gli alunni avevano solo il libro di lettura, mentre negli anni successivi venivano assegnati il sussidiario e il quaderno di casa; non c'era l'intervallo e non si faceva colazione. Piero Mantoni ed in particolar modo mamma Olga in virtù del suo lavoro di insegnante, nei limiti delle loro possibilità di tempo ed economiche, sostennero ulteriori ed efficaci metodi di insegnamento, coinvolgendo i figli a un più ampio interesse generale e a un perfetto stile comportamentale in ogni occasione sociale e soprattutto li abituarono all’uso di una corretta dizione della lingua italiana; in breve donarono loro tutte quelle attitudini che risultarono poi determinanti per il futuro e la carriera professionale.

In adolescenza Corrado, spinto dai genitori che lo volevano avvocato, frequentò lo storico liceo classico Mamiani in viale delle Milizie, mentre il fratello maggiore Riccardo più grande di sei anni, dopo essersi diplomato all’Accademia Filarmonica Romana in via Flaminia vicino a piazza del Popolo, avendo vinto un concorso come annunciatore per l’«EIAR» l’ente italiano per le audizioni radiofoniche antenato della RAI, nel 1939 era entrato a lavorare negli studi di via Asiago nel quartiere della Vittoria.

La verde età dei Mantoni, come quella di tutti i giovani della loro generazione, venne però tristemente turbata quando nel pomeriggio di lunedì 10 giugno 1940 Benito Mussolini dal non lontano balcone di Palazzo Venezia dichiarò che l'Italia sarebbe entrata in guerra. Così anche a Roma cambiò l’atmosfera e s’innescò presto in ogni rione, in ogni quartiere e in ogni ceto sociale, il germe della diffidenza e principalmente della paura per il futuro. Mentre infuriava il secondo conflitto mondiale, Corrado riuscì comunque a conseguire la maturità e pressato da papà e mamma s’iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza della Sapienza. Abbandonò però l’università dopo poco tempo, perchè attratto dall’originale professione del fratello che grazie alle sue indiscusse capacità era divenuto in EIAR un noto annunciatore. La scelta del giovane Corrado di seguire le orme di Riccardo risultò, in pochi anni a venire, azzeccatissima.

Agli inizi degli anni quaranta il ragazzo grazie alla sua voce calda, potente e graffiante, nonché alla sua simpatia, alla chiarezza e semplicità di linguaggio e alla non comune correttezza nella dizione, iniziò a lavorare per la radio americana in Italia, il Psychological Warfare Branch (PWB). Venne presto notato da perspicaci funzionari EIAR che ne promossero l’assunzione e così ne divenne presto speaker di punta. Quella di Corrado Mantoni fu la voce dei primi grandi storici comunicati radiofonici, fu lui il primo annunciatore radiofonico italiano a diffondere la notizia della fine della Seconda guerra mondiale e il primo a diffondere l’annuncio della nascita della Repubblica Italiana.

Alla fine della seconda guerra mondiale tutte le stazioni radio a onde medie e a onde corte furono poste sotto il controllo del Comitato di Liberazione Nazionale. Nel 1945 il sistema radiofonico italiano fu riunificato sotto la nascente «Radio Audizioni Italiane» e i trasmettitori superstiti furono organizzati in due reti radiofoniche. 

Corrado Mantoni aveva ventidue anni quando a Milano conobbe Luciana Guerra una bella ragazza della provincia di Pavia figlia di un sarto; ci fu immediato colpo di fulmine e i due giovani si innamorarono; nel 1949 dopo la nascita della Repubblica si sposarono a Roma e dalla loro unione nel 1953 nacque Roberto.

Nel 1950, la RAI lanciò il terzo programma radiofonico, il primo tra quelli attivi ad essere trasmesso in modulazione di frequenza. Alla fine del 1951, il palinsesto della radio pubblica italiana proponeva il «programma nazionale generalista», il «secondo programma di intrattenimento leggero» e il «terzo programma culturale».

Dopo gli anni bui del conflitto bellico l’Italia iniziava a risollevarsi con un’energia mai vista prima, ovunque si respirava ottimismo. Quello della «ricostruzione» fu un periodo indimenticabile per chi lo ha vissuto, furono anni di straordinaria resilienza, incredibili per chi ne ha ascoltato i racconti da chi li ha vissuti: storie di rinascita spesso pregne di euforia, di semplicità, di gioia per le piccole cose, di sogni e di aspirazioni per il futuro. Fu un’epoca florida sotto diversi punti di vista, in primis grazie alla sistematica rinascita economica.

Dopo varie prove di trasmissione video in occasione della Triennale di Milano, per le quali venne preferita la deferente figura e la voce graffiante del giovane speaker Corrado Mantoni, la sera di domenica 3 gennaio 1954 la RAI trasmise il suo primo programma televisivo. 

Così da allora il servizio video affiancò quello radiofonico e la «scatola magica» che mostrava immagini in bianco e nero in movimento entrò gradualmente dentro le case degli italiani. A passo felpato, la TV fu accolta prima come un ospite, assimilandosi in breve tempo nelle abitudini del quotidiano di ogni famiglia. Domenica 3 febbraio 1957 venne trasmesso per la prima volta il leggendario programma pubblicitario Carosello che rappresentò negli anni sessanta il mitico ammonimento: «bambini a letto dopo Carosello!» che terminò dopo la trasmissione dell’ultima puntata nella sera del primo gennaio 1978. Carosello contribuì non poco al cambiamento del volto del Paese e allo sviluppo delle abitudini di consumo degli italiani, sviluppando interi settori di produzione.

Ma torniamo al nostro caro Corrado Mantoni che nel dopo guerra lavorò in RAI al fianco di giornalisti come Luca Di Schiena, Sergio Zavoli, Vittorio Veltroni, Lello Bersani ed ad altri mostri sacri del «quinto potere» nazionale. Parallelamente alla carriera radio televisiva, divenne doppiatore ed anche attore. La scelta di usare nel lavoro solo il nome «Corrado» gli fu suggerita dall’amico e sostenitore Carlo Romano. 

La sua voce era diventata «la voce degli italiani», anche Umberto Eco ne tessette elogi: Corrado conosceva i congiuntivi e la consecutio temporum,; il sorriso aperto e genuino ispirava simpatia, la parlata era misurata ma con una grande ricchezza terminologica e proprietà di linguaggio; il tutto reso più popolare dalla sua semplicità apparente, dal suo fare e dal suo dire dipinti di un romanesco ornamentale ancor più che sostanziale.

Per tutto il decennio degli anni cinquanta fu il primo presentatore radiotelevisivo ufficiale di una categoria nata con lui. Contribuì a lanciare Alberto Sordi e lavorò con Nino Manfredi, definì reuccio della canzone italiana Claudio Villa. Portò i suoi spettacoli nelle piazze e nei teatri italiani. Nelle sue trasmissioni parteciparono e in alcuni casi esordirono fra gli altri, Alberto Talegalli, Nilla Pizzi, Tino Scotti, Oreste Lionello, Teddy Reno, Mario Scaccia, Fiorenzo Fiorentini. Nel cinema partecipò a molti film interpretando se stesso per Luchino Visconti e altri famosi registi, lavorando anche con Marcello Mastroianni, Aldo Fabrizi e Walter Chiari.

Nel 1955 presentò «Un due tre » uno dei primi varietà televisivi. Nel 1956 condusse il programma «Music Hall» del sabato sera diretto da Vito Molinari. Presentò «Rosso e nero» in cui ebbe come valletta Sophia Loren, e ospitò tra gli altri Danny Kaye e Gregory Peck. Condusse le prime edizioni del Festival della canzone siciliana al quale parteciparono Gino Latilla, Carla Boni e tanti artisti. Negli anni sessanta condusse popolari trasmissioni come «L'amico del giaguaro»;«Controcanale»; «Un'ora per voi» dedicata dalla TV svizzera agli immigrati italiani. Presentò «La prova del nove» il primo programma dedicato alla lotteria di capodanno; nella conduzione del programma «Il tappabuchi» con Raimondo Vianello formò una mitica e ben assortita coppia dello spettacolo che venne replicata nei programmi «Su e giù e con la brava attrice Valeria Fabrizi presentò la fortunata trasmissione di «A che gioco giochiamo?». Condusse inoltre sei edizioni de «Un disco per l'estate» dal 1966 al 1974. 

Corrado contribuì non poco all’affermazione nel firmamento del successo di Raffaella Carrà che esordi nelle due trasmissioni di «Canzonissima» da lui presentate, due edizioni le quali colonne sonore cantate e ballate dalla fenomenale ed energica show-girl bolognese furono nel 1970 «Ma che musica maestro» e nel 1971 «Tuca Tuca». L’indimenticabile sodalizio artistico tra Corrado e Raffaella si ricostituì per volontà di lei nel 1982 per la terza edizione di «Fantastico» la cui finale ottenne un record di ascolto mai raggiunto prima d’allora dalla TV italiana. Nel 1974 affiancato dalla soubrette Gabriella Farinon Corrado condusse il ventiquattresimo «Festival di Sanremo».

L’euforia degli anni del «boom economico» terminò cedendo il passo ai tristi «anni di piombo». Fu in quel periodo di “austerity” che il geniale Corrado Mantoni con «Domenica in» ideò un nuovo modo di fare televisione, il celebre programma televisivo esordi alle ore 14:00 di domenica 3 ottobre 1976 su RAI 1 e venne da lui stesso condotto per tutte le puntate delle prime tre edizioni; ne cedette poi lo scettro al grande Pippo Baudo.

Fu nell’estate a cavallo della seconda e terza edizione di «Domenica in» più precisamente giovedi 13 luglio 1978 insieme a Marina Donato e alla soubrette Dora Moroni, Corrado stava ritornando a Roma da Civitavecchia, dove il «Rally canoro» aveva fatto tappa, mentre stava percorrendo l’autostrada Roma-Civitavecchia, la sua Lancia Gamma 2500 berlina uscì di strada in una curva all'altezza di Santa Marinella e si scontrò contro il guardrail. Corrado riportò una frattura del collo del femore destro, guarita in 40 giorni, mentre gravissime risultarono le condizioni della Moroni: la donna infatti, venne sbalzata fuori dall’abitacolo e fu ricoverata in ospedale rimanendo in coma per due mesi

Continuò a scrivere tra il 1980 e il 1981 per la Rai: «Buonasera» con Rossano Brazzi ed a presentare «La mia voce per la tua domenica»; «Corradodue»; «Il barattolo» e «Gran Canal»

Dall'aprile del 1982 Corrado passò al gruppo Fininvest, poi divenuto Mediaset nel 1996, allora composto soltanto da Canale 5, in quanto Rete 4 apparteneva all'epoca al Gruppo Mondadori e Italia 1 al gruppo Rusconi. Corrado Mantoni ne inaugurò gli studi di Roma, tra i suoi programmi più celebri sono da ricordare «Il pranzo è servito» e «La corrida» remake televisivo della fortunata omonima trasmissione radiofonica condotta e ideata dallo stesso Corrado dalla fine degli anni sessanta fino alla fine degli anni settanta sul Secondo Programma radiofonico: l'odierna Rai Radio 2..

Subì un intervento alle corde vocali nel febbraio 1985 e un intervento ai polmoni all'inizio del 1990, quest'ultimo intervento lo costrinse a cedere il posto nella conduzione de «Il pranzo è servito» a Claudio Lippi.

Negli anni novanta condusse per sette anni consecutivi il «Gran Premio Internazionale dello spettacolo», di cui rimane ancora il presentatore del maggior numero di edizioni. Indimenticabili i suoi duetti con Mike Bongiorno, suo amico rivale.

Il 27 giugno 1996, dopo 23 anni di convivenza, sposò in Campidoglio Marina Donato, la sua compagna di sempre, facendone la sua seconda moglie dopo Luciana Guerra.

Si congedò dalla conduzione televisiva durante l'ultima puntata della sua Corrida, il 20 dicembre 1997, quando recitò una poesia di commiato con gli occhi visibilmente lucidi, all'insaputa di tecnici, autori e produttori.

Nel 1998 venne ancora celebrato, invitato come ospite d'onore insieme a Mike Bongiorno e Raimondo Vianello, come uno dei tre maggiori pionieri della televisione italiana, con la serata dal titolo «I tre tenori», condotta da Maurizio Costanzo ed Enrico Mentana.

Accanito fumatore, Corrado morì l'8 giugno 1999, a 74 anni, nella clinica Villa Margherita di Roma, dove era ricoverato da qualche settimana per un acutizzarsi del carcinoma del polmone che gli era stato diagnosticato a gennaio. È sepolto nel cimitero Flaminio di Roma. Nel 2004 la città di Roma gli ha intitolato una via nella zona di Casale Nei, vicino a Porta di Roma.

Share by: