ALVARO AMICI

IL MENESTRELLO  DELLA GARBATELLA

Era la sera di lunedì 24 febbraio 2003 quando Alberto Sordi morì nella sua casa di Roma. Poche ore dopo, nella giornata di martedì 25 Febbraio 2003, ci lasciò un altro caposaldo dalla romanità del ventesimo secolo: Alvaro Amici.

Alvaro nacque nel 1936 da una famiglia modesta, crebbe negli anni segnati dalla Seconda guerra mondiale nel lotto 31 vicino la scalinata di via Orsucci nel popolare quartiere della Garbatella. In quei tempi bui, la sorella Wanda, frequentemente andava a prendere il cibo all'albergo bianco che veniva distribuito in secchi ricavati dalle latte di pomodoro a cui veniva poi aggiunto un filo come manico. Una volta raccolto il cibo, Wanda lo portava agli ebrei nascosti al lotto 31, dove appunto viveva anche il fratello. Molto presto, poco più che bambino, Alvaro iniziò a lavorare come tornitore in un'officina meccanica e poi in un laboratorio di oreficeria e come pittore edile; la sua passione, però, era il canto. Durante il servizio militare si esibì in qualche festa per i suoi superiori, ottenendo così molti permessi di uscita per andare a fare le serenate alla sua fidanzata Cristina. Lo chiamavano spesso anche gli amici per fare serenate. La sua voce venne notata nei ristoranti e nelle strade romane e così a poco più di vent'anni venne chiamato per un provino dalla casa discografica di Napoli Vis Radio che pubblicò il suo primo disco “Stornelli maliziosi”.

Nel 1972 ottiene alcune piccole parti nei film tra cui ricordiamo “Roma” di Federico Fellini, "Fratello sole, sorella luna" di Franco Zeffirelli, nel 1982 “Il conte Tacchia” con Enrico Montesano. Incide canzoni romane classiche ed altre scritte appositamente per lui, ottenendo un grande successo. Nel 1975 incide per la casa discografica Saar, i 12 successi all’italiana di Claudio Villa. Dal 1977 al 1979 entra a far parte della Fonit Cetra, per la quale incide “Roma de mi madre e Roma canta”. Negli anni che vanno dal 1980 al 1982 si esibisce al teatro Margherita di Napoli, mentre a Roma porta in teatro “La Passatella” e “Favola Romana“, recite drammatiche in dialetto romanesco. Nel 1983 incide un 45 giri dedicato alla Roma dello scudetto.

Tra il 1989 e il 1990 collabora con l’autore Lanfranco Giansanti, ed uscirà il Long playing “Sospiri de Roma“. “Pupetta mia” dell’anno 2000, sarà la sua ultima incisione.

Al pincetto della Garbatella il 12 settembre 2008, in occasione della manifestazione “Aspettando la Notte bianca”, viene consegnato al figlio Corrado, in memoria del padre, l’Oscar Garbatella DOC.

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