PIAZZA MONTANARA

C'ERA UNA VOLTA PIAZZA MONTANARA di Claudio Di Giampasquale

Ai piedi della Rupe Tarpea nelle immediate vicinanze del colle Campidoglio, c'era una volta una piccola e pittoresca piazza, delimitata in parte dal Teatro di Marcello. Era situata nei pressi del foro Olitorio e proprio a questa eredità topografica Piazza Montanara, fin dal Medio Evo, dovette la sua vocazione commerciale e di luogo di scambi per la classi popolari. Il suo ricordo è testimoniato dal brevissimo tratto ora denominato via Montanara che introduce alla Piazza di Campitelli. Per mezzo della altrettanto scomparsa via dei Sugherari che seguiva per un tratto l'andamento curvilineo del Teatro per congiungersi alla Catena di Pescheria (attuale via del Foro Piscario) vi si accedeva presso il Portico di Ottavia, mentre per mezzo della prosecuzione dell'antica via Montanara e di via Tor de' Specchi si giungeva ai piedi della Cordonata del Campidoglio e della chiesa di Santa Rita (che venne smontata e ricostruita su un lato della attuale via Montanara). Verso sud era collegata alla chiesa di Santa Maria in Cosmedin mediante la via rettilinea della Bocca della Verità che passava davanti alla chiesa di San Nicola in Carcere. 

All'inizio del terzo decennio del '900 scomparve per dar luogo al passaggio del tratto iniziale della via del Mare ora nota come via del Teatro Marcello. La distruzione di Piazza Montanara fece parte di un più ampio progetto di «isolamento» del colle capitolino, per il quale venne interamente cancellato il quartiere di origine medievale che circondava le pendici est e sud-est del Campidoglio.

Era una piazzetta di quelle amate ed un po' osteggiate da Goethe e Stendhal, vi transitava gente dalle campagne dell’agro romano e colline circostanti: fattori, i capoccia, i bifolchi, i massari, i caporali, tutta la gerarchia insomma dei mondi bucolici alle porte della città eterna che sin dalle primissime ore del mattino vi si affollavano per offrire la loro manodopera per lavori di bracciantato. Inoltre, data la scarsa alfabetizzazione di quei lavoratori, era anche un luogo molto frequentato da scrivani che prestavano la loro opera per la scritture di lettere ed altri atti di varia natura.

La voce popolare romana, con quel senso di superiorità che l'ha sempre contraddistinta verso il mondo intero, definiva senza mezzi termini «burini» i frequentatori di Piazza Montanara e si crede che il nome del luogo fosse dovuto proprio alla tipologia di tale frequentazione. In realtà «Montanara» è il nome della famiglia quattrocentesca, poi estintasi, che per prima cominciò a edificare la piazza.

La piazza godeva di particolare fascino per il numero di botteghe, prospicienti sulla piazza ed anche all'interno degli archi del basamento del Teatro di Marcello e veniva attraversata dal primo servizio di trasporto collettivo della città che dal 1845, mediante un omnibus trainato da cavalli collegava piazza Venezia con la Basilica di San Paolo.

Al centro di Piazza Montanara troneggiava la fontana dell'Acqua Vergine (realizzata nel 1589 su disegno di Giacomo Della Porta) che seguito dei lavori di demolizione e dopo essere stata collocata per un quarantennio nel Giardino degli Aranci all'Aventino, si trova ora in piazza di San Simeone lungo via dei Coronari, di fronte al palazzo Lancellotti.

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