IL PORTO CLEMENTINO

Il Porto Clementino di Claudio Di Giampasquale

Meglio conosciuto come Porto di Ripetta, era un porto fluviale romano situato sulla riva sinistra del Tevere, nel rione Campo Marzio. In origine era un piccolo e rudimentale scalo utilizzato per lo scarico di legname, carbone e vino. Solamente all'inizio del Settecento papa Clemente XI approvò il progetto per la realizzazione di un nuovo porto dall'aspetto monumentale, dotato di banchine, scalinate e piazzali. Il disegno fu affidato all'architetto Alessandro Specchi, che si avvalse della collaborazione di Carlo Fontana. Per la costruzione furono impiegati anche materiali di spoglio provenienti dal Colosseo, fu inaugurata il 16 agosto 1704. Così, da allora, per circa due secoli, Roma ebbe due scali portuali cittadini, il porto Clementino o di Ripetta e il porto di Ripa Grande, entrambi situati molto vicino a due ingressi importanti, Porta del Popolo a Nord e Porta Portese Sud-Ovest.

La costruzione fu caratterizzata da due ampie scalinate curve, che collegavano le banchine al livello del piano stradale; al centro si apriva un emiciclo, dove era collocata una fontana per abbeverare gli animali da soma impiegati nel trasporto delle mercanzie. Ai lati dell'emiciclo si innalzavano due colonne, le quali furono utilizzate per indicare il livello raggiunto dalle alluvioni del Tevere. Fu grande l’importanza commerciale di questo porto, soprattutto per il consumo vitivinicolo della città di Roma e dei dintorni.

Nel tempo il Porto di Ripetta subì un rapido degrado, e fu infine demolito a seguito della costruzione dei "muraglioni" la cui necessità fu stabilita dopo la piena del 1870 e la cui costruzione iniziò nel 1875.

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