CENTOCELLE: LE ORIGINI E LO SVILUPPO di Claudio Di Giampasquale

La Torre di Centocelle diede il nome al vecchio “Borgo” che con l’avvento dell’aeroporto divenne borgata. La torre faceva parte di un grande casale fuori porta edificato nel dodicesimo secolo a circa dieci chilometri di distanza dalle Mura Aureliane. Il grande edificio rurale fu commissionato dalla diocesi di Roma e costruito grazie alla tecnica edilizia in scaglie e bozze lapidee irregolari di lava, tufo e calcare. La sua torre alta circa venticinque metri, aveva funzioni di controllo della via Casilina che congiungeva Roma a Casilinum, la moderna Capua.
Dopo pochi anni durante il periodo dell'«incasalamento della campagna romana» la diocesi donò l’intera proprietà compresi i terreni circostanti alla "Archibasilica Sanctissimi Salvatoris et Sanctorum Ioannis Baptistae et Ioannis Evangelistae in Laterano" che destinò l’area ad azienda agricola.
Da allora, sino al sedicesimo secolo quel torrione rurale fu identificato da chi transitava lì nei paraggi come "Torre di San Giovanni” (nome appunto derivante dalla Basilica Lateranense, che la possedeva).
Circa quattro secoli dopo, quel pinnacolo (rimasto orfano del caseggiato), quando entrò a far parte dei beni dell’antica famiglia patrizia romana dei Capranica, cominciò ad essere noto come "Torre di Centocelle" oppure più brevemente la "Torraccia" poichè lì spesso nei "secoli bui" vi albergarono briganti di passaggio. I Capranica acquistarono quelle campagne dalla diocesi di Roma e le accorparono ad altre loro tenute a sud, tra la Casilina e la Tuscolana, formando un vastissimo pianoro che comprendeva nel suo ambito oltre che le vestigia degli archi dell’acquedotto Alessandrino, anche «Centum Cellae» ossia i resti diroccati dei vani di tante dimore sparpagliate nella campagna romana, tra cui i ruderi di una grande villa patrizia demolita nel 1927 per far spazio alla pista dell’aeroporto e alle strutture militari annesse e di conseguenza alla crescita da piccolo borgo a dimensione e stile borgata, così come accadde alle limitrofe Torre Spaccata e Prenestino.

Come detto, Centocelle ebbe una grande espansione con la nascita e lo sviluppo dell’adiacente ed omonimo aeroporto che fu il primo ad entrare in funzione ufficialmente in Italia quando nel 1909 Wilbur Wright venne a dare una serie di dimostrazioni del Flyer con ben 67 voli, di cui 19 con passeggeri, fu per l'epoca uno straordinario evento.
Parte dei villini che ancora si ergono nell'area aeroportuale furono le abitazioni del personale militare nonché di personale civile proveniente da altre città. Proprio per la presenza di quest'obiettivo militare, l'aeroporto di Centocelle fu oggetto di numerose incursioni aeree alleate nel corso della Seconda guerra mondiale. La successiva urbanizzazione della città ne ridusse l’operatività.

La pineta della Torre di Centocelle qui in una foto scattata nel 1948 all'altezza della «Osteria di Centocelle» durante una scampagnata domenicale. In primo piano l'originario tracciato della Circonvallazione Subaugusta, l'odierna via Palmiro Togliatti, moderna arteria a doppia carreggiata che collega la via Tuscolana alla via Tiburtina tagliando la via Casilina percorrendo la parte bassa di Centocelle da viale della Botanica a via delle Robinie, da via del Fosso di Centocelle a via dell'Incoronata e oltre: un tratto che prima dell'avvento di via Togliatti era percorso da un flusso d’acqua che proveniva dal "fosso dell’acqua mariana". Erano frequenti gli allagamenti e l'acqua diventava putrida e stagnava emanando sgradevoli odori e per questo quel tragitto era chiamato «La Marrana».
Un'immagine aerea del 1920 che racconta la storia del quartiere senza la diramazione del tram a piazza dei Mirti, che appare già esistente ma senza palazzi intorno. Non ci sono ancora i villini costruiti dall’aeronautica per gli ufficiali dell’aeroporto e poi dalle cooperative di ferrovieri Stefer tra gli anni 20 e 30. Sulla sinistra si vede la marrana che scorreva sul tracciato dell’attuale via Palmiro Togliatti. L’acquedotto non ha ancora gli archi più ampi costruiti per far passare la strada.
Le strade e le piazze erano tracciate secondo un reticolo
regolare e con carreggiata adatta al traffico automobilistico prima della costruzione delle case: Centocelle infatti rappresenta un esperimento quasi unico di pianificazione urbanistica razionale delle periferie.
Un esperimento che poi è andato perduto a causa della guerra e della speculazione edilizia degli anni 50 e 60. È per questa ragione che le strade del quartiere sono ancora oggi tutte ortogonali. Sempre nella foto sopra, sulla sinistra si riconoscono chiaramente via dei Platani, via delle Robinie e via dei Faggi, tutte monche perché non c’era via Togliatti. Si vede inoltre che allora non esisteva ancora piazzale delle Conifere. Sull’attuale via dei Frassini c’era una vasta zona di orti interni, che ha poi influenzato lo sviluppo della strada su due corsie separate con un’ampia zona pedonale in mezzo. Il quartiere Alessandrino allora non esisteva: si vedono solo poche case sparse. Quella zona non aveva tracciato viario e fognario ed era troppo lontana dalla stazione di Centocelle (linea termini-Fiuggi): quindi si preferiva abitare dentro Centocelle. Oltre solo campagna.
Tutto intorno a Centocelle, agli inizi degli anni cinquanta, si estendeva il tracciato dei binari delle ferrovie a scartamento ridotto che collegavano Roma a Frosinone via Fiuggi e Alatri . Al di là di questi due luoghi, c’erano strade in terra battuta, che si addentravano nella campagna circostante verso la marrana. Dopo l'armistizio la Comunità locale si distinse per lo straordinario impegno profuso, al fianco dei militari italiani, nella strenua difesa del locale aeroporto militare, poi occupato dai paracadutisti tedeschi, e, quindi, divenendo obiettivo di numerosi e violenti bombardamenti da parte delle truppe alleate, che provocarono molte vittime civili e ingenti danni all'abitato. Durante i nove mesi dell'occupazione nazifascista, nonostante i patimenti, la popolazione seppe reagire con indomito coraggio, partecipando attivamente alla lotta partigiana, ponendo in essere varie azioni di sabotaggio a danno delle truppe tedesche e subendo le rappresaglie, durante le quali numerose persone furono arrestate, torturate e fucilate, e molti giovani inviati ai campi di lavoro.
Piazza dei Mirti è il cuore pulsante di Centocelle. Durante l'occupazione tedesca qui c'era un’osteria con un pergolato dove risiedeva il comando partigiano di zona esattamente nel periodo in cui, nei primi mesi del 1944, Centocelle divenne “zona liberata" e nel dopoguerra, ancora borgata, ricevette la medaglia d'oro al merito civile. Piazza dei Mirti un tempo era definita dal perimetro disegnato delle rotaie sulle quali sferragliava quel tram che Pier Paolo Pasolini chiamava il «tranvetto dagli urli di rapace». L'intervento di riqualificazione fu avviato nel 1994, e la definitiva sistemazione ci fu in concomitanza della realizzazione della nuova fermata della metro C.

Finita la guerra a partire dagli anni cinquanta fino agli anni settanta, Centocelle ebbe un periodo di costruzione selvaggia che stravolse la natura dei luoghi come gran parte della periferia. Tuttavia fu messo in atto un vero e proprio piano regolatore ben visibile dalla perimetralità delle strade della borgata, divenuta oggi "quartiere periferico".
Inizialmente dopo il conflitto l'agglomerato urbano era caratterizzato da casette basse a uno-due piani; fuori da questa zona c’erano strade di terra battuta e sentieri, intervallati da casupole, che si addentravano nella campagna, verso la marrana. Erano case poverissime realizzate dagli stessi proprietari immigrati e in larga parte occupati nel settore edilizio.
Lo sviluppo urbano vero e proprio si mise in moto gradualmente, lentamente all'inizio degli anni cinquanta lungo l’asse della via consolare Casilina, a partire da un nucleo che oggi è chiamato “Centocelle vecchia” (dove via Tor de’ Schiavi collegava il nuovo abitato alla Casilina). Il quartiere accoglieva operai dell’industria romana, artigiani, piccoli commercianti, contadini e tranvieri, che ne abitavano le case migliori.
L’espansione ebbe proporzioni enormi: circa la metà delle abitazioni oggi esistenti furono costruite tra il 1950 e il 1970. Tuttavia Centocelle non divenne un "quartiere intensivo"
con fabbricati consistenti per densità e dimensioni: pur essendo interamente edificato mantenne una tipologia edilizia di palazzine a 4-5 piani.
Oggi, l’asse di via dei Castani costituisce il cuore commerciale non solo del quartiere ma di tutto il municipio. Collegato al centro da due importanti linee tranviarie, negli ultimi anni il quartiere è stato interessato dalla costruzione della linea C della metropolitana che lo connette da un lato con il centro della città e dall’altro con la direttrice Casilina, mediante tre fermate: Gardenie, Mirti, Parco di Centocelle.

La Stazione di Centocelle è costituita da un impianto storico: la leggendaria linea delle «Ferrovie Vicinali» attivata tra il 1916 e il 1917 e chiusa in più fasi progressive per la costruzione della nuova stazione negli anni ’70 al centro della strada di fronte alla vecchia stazione soppressa. Insomma, quella di Centocelle è una linea ferroviaria sempre sul punto di essere chiusa ma ancora oggi sempre orgogliosamente funzionante al servizio della zona est della città. Protagonista assoluto di questa linea è il celeberrimo «tranvetto giallo e bianco» (i colori delle prime linee papaline omnibus), che scorre lungo la via Casilina ed è appunto erede del glorioso trenino che portò migliaia di persone tra le due guerre dalle zone della Ciociaria a Roma.

Il Parco di Centocelle (o Parco Archeologico di Centocelle) è un'ampia area verde delle dimensioni di 120 ettari. È delimitato a ovest da via di Centocelle, a nord da via Casilina, a est da viale Togliatti, a sud da via Papiria e dalle ampie zone militari e civili dell'aeronautica. Vi è un solo accesso su via Casilina, al civico 712. Sotto tutta l'area c'è un esteso sistema di gallerie e antiche ville romane ricoperte. Il "Comitato PAC libero" è una rappresentanza di cittadini che chiede alle Istituzioni di rispettare di più l'area verde e quella archologica, molta della quale è da scoprire. Ecco il link per prendere visione di tutta la documentazione disponibile, conoscere le istanze, nonché ciò che è stato effettuato e altre notizie.
Inoltre ecco il link alla pagina Facebook della Comunità Parco Pubblico di Centocelle che insieme ad altre associazioni si impegna alla riqualificazione e alla giusta valorizzazione di quest'area pubblica.


A Centocelle è legata la figura di Pier Paolo Pasolini, il quale cita il quartiere nel romanzo «Ragazzi di vita», e nel suo primo film «Accattone» nella scena girata a piazza di San Felice da Cantalice in cui sono coinvolti il protagonista e Stella.
Il quartiere ospitò l'adolescenza di Claudio Baglioni, che il 23 aprile 2007 dal balcone della sua vecchia casa in via dei Noci tenne un'esibizione dal vivo per gli abitanti del quartiere. Nel 2021 in occasione del settantesimo compleanno Centocelle gli ha dedicato un murales raffigurante un suo ritratto giovanile (con dietro la celebre strofa:
«Strada facendo vedrai che non sei più da solo»)
sulle mura della casa famiglia della
Parrocchia di san Felice da Cantalice ad opera dell'artista "grafitaro" Mauro Pallotta.
Il video del concerto a sorpresa di Claudio Baglioni a Centocelle sul balcone al primo piano di un'amica di famiglia, la signora Cristolini in via dei Noci 46 dove Baglioni visse la sua adolescenza. La famiglia di Claudio era proveniente da una casa in subaffitto a Montesacro dove nacque. L'artista ha salutato i suoi ex vicini di casa che lo hanno visto crescere e ritornare famoso nell'amata Centocelle, sempre umile gentile e cordiale come allora. Anni addietro nel 1966 da quello stesso terrazzo quando aveva quindici anni tentò un concerto con cinque amici del suo primo complesso «Le Immagini» ma con spettatori zero o quasi. Questa volta è andata molto meglio con una marea di fans acclamanti e in adorazione a riempire la piazzetta sottostante.