INNOCENZI, IL BISCOTTIFICIO DI TRASTEVERE di Claudio Di Giampasquale

A Trastevere, in via della Luce, c’è una vecchia biscotteria che nel tempo è rimasta intatta nel suo stile oggi piuttosto retrò, molto semplice ma elegante. Venne aperta nel 1940 dal «sor Sesto» che cominciò producendo gallette per l'esercito appena entrato in guerra. Fu da allora che questo tratto della via tra vicolo del Buco e via dei Genovesi profuma sempre di buono. Successivamente a quegli albori, dopo tante tristi peripezie che sconvolsero la città eterna, finalmente finì il conflitto bellico e Roma venne liberata. Fortunatamente questa piccola e profumata bottega rimase evolvendosi nel tempo ed oggi perdura fiera nelle sue produzioni artigianali sempre qui in via della Luce, una strada che collega via della Lungarina a piazza San Francesco d’Assisi e che prende il nome dalla vicina chiesa di Santa Maria della Luce. 

Nel dopoguerra, col passar degli anni, aumentando la domanda da parte dei clienti, fu necessario al «sor Sesto» trovare una soluzione per incrementare la produzione. È proprio allora che arrivò il mitico forno giallo a tunnel che dagli anni cinquanta continua a sfornare deliziosi biscotti. Venne montato appositamente per la famiglia Innocenti all’interno del laboratorio che al tempo era ancora pressoché spoglio e quindi tutto il biscottificio iniziò a svilupparsi intorno al «nuovo arrivato » un po’ come fosse un grande abbraccio, un’accoglienza affettuosa.

Oggi la biscotteria è gestita da Stefania Innocenti, nipote di Sesto, una mite e verace trasteverina del nostro tempo, che ogni mattina raggiunge il suo laboratorio e con amore e passione porta avanti le tradizioni di famiglia.

La sua storia ebbe questa romantica origine: «Er sor Sesto» suo nonno paterno era molto amico di suo nonno materno e quando ci fu bisogno di ulteriore personale gli chiese la cortesia di mandargli a lavorare le sue figlie. Fu così che Anna la mamma di Stefania con le altre sue sorelle venne a lavorare nel laboratorio di biscotti che stava sviluppando. Enzo, figlio di Sesto (papà di Stefania) allora non lavorava nel biscottificio, aveva frequentato il liceo classico e poi l’istituto nautico con l'obiettivo di una  carriera in marina. Ma il destino gli riservò un'altra strada e un percorso dettato dal cuore. Anna e Enzo si conobbero proprio qui in laboratorio e subito scoppiò il colpo di fulmine. Fatto sta che Enzo decise di rinunciare alla sua carriera in marina e lasciò tutto  per stare in ogni momento a fianco della sua amata. Venne così a lavorare nella bottega di famiglia ed invece di diventare capitano di lungo corso divenne «capitano di lungo forno».

Nacque Stefania che sin da bambina amava tantissimo giocare nel biscottificio, attratta da tutto quello che vedeva ed in particolare si divertiva a glassare i biscotti con il cioccolato che era la cosa più semplice per partecipare alla lavorazione, oppure a fare o inventare pacchettini di biscotti per esposizione. Insomma, piano piano senza accorgersene, entrando nel vivo di tutto quello che c’era da fare, metabolizzò «er mestiere de la biscottara» e si rese conto di quante cose facevano suo nonno e i suoi genitori per realizzare quelle squisitezze: tantissime gestualità quotidiane che conobbe alla perfezione solo entrando nella completa pratica. 

Nonno Sesto le raccontava spesso con orgoglio di quanto e come i loro biscotti fossero apprezzati da ogni ceto sociale di Roma ed anche dai forestieri che venivano a visitare Trastevere. Molti ci venivano appositamente «ortrepassanno er fiume». Le raccontava anche che molte persone che «non potevano permetterseli» compravano gli scarti di produzione ossia i biscotti rotti e messi da parte, che costavano pochissimo. Successivamente, prendendo in mano le redini della gestione, Stefania mantenne (e mantiene) «rigorosamente» tutti gli insegnamenti e le buone pratiche di chi l’ha preceduta, custodendo con orgoglio i segreti e i desideri che sono il patrimonio più prezioso ereditato. Avendo cura della qualità e la continua ricerca degli ingredienti migliori e soprattutto adoperandosi con professionalità e affetto verso le persone, accompagnando la vendita dei suoi biscotti con il racconto della tradizione, salvaguardando la conoscenza artigiana di Trastevere acquisita dai suoi cari. Con il credo che non si possa far bene un lavoro se non se n'è innamorati. Perché tutto ciò è il sogno della sua famiglia. Perché la piccola fabbrica artigianale di biscotti nel cuore di Trastevere deve e dovrà rimanere come l’hanno pensata nonno Sesto, mamma Anna e papà Enzo. Compresi i «biscotti del cuore» come amava definirli Sesto, tra cui il «mielino» fatto semplicemente di farina, miele e zucchero e tanti, tantissimi altri tipi prodotti della tradizione.

La cosa che di più le piace è stare al banco di vendita, vedere le persone dall’altra parte che apprezzano quello che la piccola azienda produce. Un giorno, una ragazza l’ha contattata dicendole che aveva realizzato una sorpresa per quell'incantevole biscotteria. Aveva creato un meraviglioso «modellino del negozio» semplicemente dopo aver scattato delle foto alle vetrine, riproducendolo fedelmente in miniatura: la facciata con le due vetrine compresi i tratti di muro intorno e soprattutto compresi i dolci in esposizione. Quando Stefania lo vide oltre che sorprendersi, si emozionò così tanto che le scesero le lacrime, cercando di pensare cosa avesse fatto per meritare un tale amore.

Certamente perché questa biscotteria è uno dei fiori all’occhiello di Trastevere e probabilmente perché Stefania Innocenti con la sua calma e il suo sorriso, diffonde amore a ogni persona che entra. Certo è, che è semplicemente sublime sgranocchiare i suoi biscotti mentre avviluppati nella magia «der rione al di là der fiume» si girovaga con lentezza, lì «su la riva destra der Tevere», godendosi ogni sanpietrino percorrendo i vicoli.

Chissà se Manuela, la giovane figlia di Stefania che fa parte della quarta generazione proseguirà direttamente lei questa straordinaria attività. Oggi ancora non lavora fisicamente in laboratorio ma lo fotografa e lo comunica riprendendone sia le produzioni che le caratteristiche atmosfere che quotidianamente si vivono nella deliziosa e profumata bottega in via della Luce.