ROSATI

Il Caffè Rosati a Piazza del Popolo di Claudio Di Giampasquale

È il 1922 quando i due fratelli Rosati, da undici anni proprietari del rinomato Caffè Rosati in via Veneto, decidono di rilevare una vecchia latteria “ben posizionata” in quanto affacciata su uno dei punti nevralgici della città: Piazza del Popolo, porta d’ingresso nord della Roma più antica. La trasformazione è pregevole, il nuovo locale in stile art-déco ben presto diventa uno dei caffè più prestigiosi della città eterna e dagli anni Trenta inizia ad annoverare tra i propri affezionati i pittori della vicina via Margutta. 

Se fino alla metà degli anni Quaranta i luoghi preferiti dagli intellettuali romani sono il caffè Aragno e il caffè Greco, il secondo caffè dei due fratelli Rosati inizia ben presto ad affermarsi come una valida alternativa, raggiungendo nel dopoguerra l’apice della popolarità. Uno dei primi letterati che lo sceglie come luogo preferito per le proprie riunioni colte è il poeta Vincenzo Cardarelli. Negli anni Cinquanta e Sessanta raccoglie consensi non solo tra intellettuali e movimenti artistici e letterari ma anche tra le più prestigiose stars del cinema internazionale. Tra i personaggi noti è frequente incontrarvi Italo Calvino, Alberto Moravia con la moglie Elsa Morante, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Ungaretti, Giorgio De Chirico, Federico Fellini e tanti altri ancora. Nondimeno diviene anche meta di ogni romano che ama fare quattro passi in centro. Si distingue, insomma, come teatro di un secolo di incontri e scontri, amori e gossip, successi e insuccessi, gente in piedi o seduta. La foto qui di sopra, è datata 1925

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