VANNOZZA CATALANI

LA STORIA DI MADONNA VANNOZZA di Claudio Di Giampasquale

Madonna Vannozza, al secolo Giovanna de Cataneis, fu madre di Cesare, Juan, Lucrezia e Jofré Borgia. Delle sue origini e della sua prima gioventù si sa poco o nulla, quello che è certo è che nacque il 13 luglio 1442 da genitori mantovani trasferitisi a Roma per lavorare nei palazzi cardinalizi. Aveva meravigliosi capelli biondi, simili a quelli che ereditò da lei sua figlia Lucrezia.

Roderic, italianizzato in Rodrigo (divenuto poi papa Alessandro VI), la conobbe nella bottega dello zio Antonio de Cataneis pittore e scultore mentre, giovane e bellissima posava come modella. Immediatamente colpì al cuore il nobile spagnolo (allora vicecancelliere della Santa Romana Chiesa) che sin da subito le disse che sarebbe stata la sua rosa. Tant'è che dopo anni di scorribande sessuali e amanti fugaci decise di fare di Vannozza l'amante ufficiale, rimanendo legato a lei per un lungo periodo della sua vita. I commentatori dell'epoca parlano di Vannozza come di una donna di grande avvenenza: capelli biondi e occhi chiari dotata di un fascino conturbante.

Vannozza de Cataneis, successivamente a quell'incontro, lavorò come albergatrice, gestendo alcune delle locande più famose e frequentate della città, come quella del Leone o dell'Angelo, nel rione Borgo. Fra queste, la più nota fu la Locanda del Gallo o della Vacca, nel vicolo del Gallo, a pochi passi da Campo de' fiori, frequentata da personaggi di alto rango che amavano intrattenersi con le numerose prostitute in servizio presso la locanda; oltre a ciò prestava soldi a interesse.


Nonostante la sua posizione di amante riconosciuta e rispettata di uno dei cardinali più potenti della Chiesa di Roma, Vannozza doveva necessariamente avere un legittimo consorte. Di questo si occupò dunque in prima persona Rodrigo, che combinò a suo gusto tutti i matrimoni che la donna contrasse nel corso della vita.

Così nel 1474, a 32 anni, Vannozza andò in sposa al funzionario apostolico Domenico Giannozzo, signore di Arignano, di circa cinquant'anni. Nel 1475 la donna diede alla luce il primo figlio, Cesare, secondogenito di Rodrigo poiché nato dopo Pedro Luis Borgia, che il cardinale aveva avuto intorno al 1458 da una donna rimasta ignota. La relazione con Borgia era intensa, quasi quotidiana, come dimostra la seconda gravidanza che Giovanna affrontò pochi mesi dopo la nascita di Cesare: nel 1476 infatti, rimasta vedova di Domenico Giannozzo, la donna diede al cardinale un altro figlio, Giovanni.

Poco tempo dopo Rodrigo combinò per lei le nozze con Giorgio della Croce, di origini milanesi, nominato dallo stesso Borgia segretario apostolico di papa Sisto IV.

In questo periodo le ricchezze di Vannozza si incrementarono notevolmente grazie non solo ai favori di cui godeva in quanto concubina del potentissimo cardinale spagnolo, ma anche per il suo indubbio fiuto per gli affari, che le consentiva di operare investimenti sempre vantaggiosi e redditizi. Il marito di quel periodo era anch'egli facoltoso, proprietario di una splendida villa con giardino nei pressi della chiesa di San Pietro in Vincoli, sul colle Esquilino. Questa dimora è rimasta per lungo tempo uno dei luoghi maggiormente legati al nome e al ricordo di Vannozza Cattanei.

Quando, verso la fine del 1479, la donna seppe di essere nuovamente incinta, decise di recarsi a trascorrere il resto della gravidanza nella rocca dei Borgia a Subiaco, dove il 18 aprile dell'anno seguente diede alla luce Lucrezia, destinata a diventare uno dei personaggi di primo piano di tutta un'epoca, discussa e controversa come poche altre figure di quegli anni.

Un anno dopo, nel 1481, Vannozza partorì Goffredo, l'ultimo dei figli che avrebbe dato a Rodrigo, seppur la frequentazione fra la donna e il cardinale si fece più sporadica, tanto che il cardinale pur riconoscendo il figlio sospettò sempre che in realtà fosse il figlio del legittimo sposo di Vannozza, Giorgio della Croce.

Conclusasi la relazione con il cardinale Borgia, Vannozza poté dedicarsi con più attenzione alla sua vita coniugale: fu così che intorno al 1482 nacque Ottaviano, figlio di Giorgio della Croce, ma nel 1486, a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro, morirono sia il marito che il figlio.

A 44 anni, la donna era di nuovo vedova. Rodrigo non si perse d'animo e in poche settimane combinò per l'ennesima volta le nozze della madre dei suoi figli, pianificando per lei quella che sarebbe stata l'unione di gran lunga più riuscita.

L'8 giugno del 1486 Vannozza sposò Carlo Canale: mantovano, dotto umanista, profondo conoscitore delle lettere e della poesia, era stato per molti anni camerlengo del cardinale Francesco Gonzaga.

Il nuovo matrimonio segnò in qualche modo una svolta nella vita di Vannozza, che insieme al marito e ai figli decise di lasciare il palazzo di piazza Pizzo di Merlo, donatole da Rodrigo agli albori della loro relazione, per trasferirsi in una nuova dimora in piazza Branca.

Nei periodi estivi o di riposo, la famiglia amava soggiornare in una grande villa nel quartiere della Suburra, l'odierno rione Monti, dove ancora oggi esiste una scalinata detta Salita dei Borgia.

Carlo Canale si affezionò ben presto in maniera autentica e incondizionata ai figli del cardinale Borgia, in particolar modo alla piccola Lucrezia, alla quale trasmise tutto il suo amore per le scienze umanistiche, iniziandola allo studio del greco, del latino, della poesia e delle arti in genere.

Nel 1488 Vannozza gli diede anche un figlio. A questo punto il legame strettamente sentimentale fra Rodrigo e Vannozza poteva dirsi concluso.

Tuttavia, negli anni a venire, fra i due sarebbe rimasto un legame di profondo affetto e stima, di cui fu collante fondamentale l'amore viscerale che entrambi nutrivano per i loro figli, pur destinati ad esistenze travagliate e spesso dolorose.

I figli di Giovanna de Cataneis furono l’orgoglio della sua vita, ma loro appartenevano al padre e lei dovette lasciarli educare da un’altra donna, la cugina di Rodrigo, Adriana Mila Orsini, che nella sostanza glieli portò via. Tuttavia madre e figli si sono ugualmente amati e rispettati.

Vannozza morì nel 1518, sopravvivendo a tutti e quattro i suoi figli Borgia. La sua morte è stata seguita da un funerale pubblico ben organizzato. Venne tumulata nella basilica di Santa Maria del Popolo a piazza del Popolo (che si erge a lato della Porta del Popolo) luogo che lei aveva dotato insieme a una cappella. Tutti e quattro i figli sono menzionati sulla sua lapide.

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