SAN MARCELLO AL CORSO

SAN MARCELLO AL CORSO


La chiesa è amministrata ed è di proprietà dell'Ordine dei Serviti dal 1369. La tradizione dice che sia stata costruita sopra la prigione di Papa Marcello I morto nel 309. Il primo cenno storico dell’esistenza di una chiesa detta «di Marcello» si trova nella lettera del 29 dicembre 418, con la quale il prefetto Quinto Aurelio Simmaco informava l’imperatore Onorio della contemporanea elezione di papa Bonifacio I nella chiesa di Marcello, e di Eulalio (antipapa) nella basilica lateranense. Più tardi la chiesa è spesso ricordata nelle fonti storiche come «titolo di Marcello» e infine «Chiesa di San Marcello papa e martire». Più volte, fin dai tempi antichi fu arricchita di doni da Sommi Pontefici. L’antico edificio era a pianta basilicale con orientamento opposto a quello attuale avendo allora l’ingresso ad oriente e l’abside ad occidente.

Nella notte del 22 maggio 1519 l’antica chiesa fu distrutta da un incendio, nel rogo si salvò miracolosamente un grande crocifisso ligneo. All’alba, la gente rimase desolata vedendo le macerie ancora fumanti, ma trovò il crocifisso appeso sull’altare principale provvidenzialmente intatto, illuminato dalla lampada a olio che pur attaccata dalle fiamme ardeva ancora ai suoi piedi. Tutti gridarono subito al miracolo e i più devoti iniziarono a riunirsi tutti i venerdì per pregar e accendere lampade ai piedi dell’immagine lignea. Nacque così l’Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso in Urbe, attiva ancora oggi. Ma non fu l’unico miracolo del crocifisso. Quello successivo risale al 1522, quando una terribile pestilenza scosse Roma al punto che si temeva che la città avrebbe perso tutti i suoi abitanti. Disperati, i frati dei Servi di Maria decisero di portare il crocifisso in processione penitenziale dalla chiesa di San Marcello alla basilica di San Pietro. Le autorità, temendo il contagio, cercarono di impedire quel corteo ma la disperazione collettiva non tenne conto del divieto e l’immagine di Nostro Signore venne portata per le strade della città per acclamazione popolare. La processione durò vari giorni, il tempo di percorrere tutta Roma, e quando il crocifisso tornò al suo posto la peste era finita e la città si era salvata dallo sterminio. Dal 1650 il crocifisso miracoloso viene portato a San Pietro ogni «Anno Santo».

Anche nel pieno del brutto periodo della più recente pandemia di Covid, nel pomeriggio del 15 marzo del 2020 papa Francesco (Bergoglio) fece una visita a sorpresa all'interno di questa chiesa raggiungendola a piedi in pellegrinaggio. Francesco sostò in rispettoso silenzio e in preghiera davanti al Crocifisso miracoloso rimanendo solo in un momento di preghiera personale molto semplice. Raccontò poi il rettore della chiesa padre Enrico Maria Casini: «Vedere in quel momento triste per tutti il vescovo di Roma in preghiera ai piedi del Cristo è stata un'esperienza maestosa, magica ed emozionante, tutti noi nutriamo grande amore e devozione per questo Crocifisso».

Nell'VIII secolo, Papa Adriano I fece costruire una nuova chiesa nello stesso luogo, che attualmente si trova al di sotto la chiesa moderna. Davanti alla chiesa di san Marcello, che allora guardava verso le case dei Colonna e piazza Santi Apostoli, rimase esposto per due giorni il cadavere di Cola di Rienzo, linciato dal popolo l'8 settembre 1354.

Era anticamente detta «San Marcello in via Lata». Sulla facciata concava costruita da Carlo Fontana, insigne architetto della Roma barocca, spicca il rilievo di Antonio Raggi allievo del Bernini. Fontana prediligeva le forme «mosse» ed effettivamente il movimento incavato del frontale di questa stupenda chiesa fa sì che lo sguardo del visitatore, entrando, converga verso l'alto sul grande tondo realizzato dal Raggi che rappresenta uno dei momenti fondamentali della storia dell'ordine dei «Servi di Maria»: San Filippo Benizi (priore presbitero eletto Superiore generale da papa Clemente X) partecipa al Conclave di Viterbo del 1269 in un momento di grandissime tensioni all'interno delle gerarchie ecclesiastiche. Filippo Benizi viene individuato come la persona giusta e adatta a riportare i tumulti della Chiesa a un ordine e a un rigore che tutti auspicavano, viene quindi nominato papa successore di Clemente IV, ma il santo rifiuta e in questo bassorilievo mostra la sua espressione di diniego e non accetta il pontificato rifugiandosi in eremitaggio in una grotta che porta il suo nome a Bagni San Filippo sul Monte Amiata e questo episodio marcherà la storia dell'ordine dei «Servi di Maria» e la storia della Chiesa a navata unica, con cinque cappelle per lato.

Nel video che segue, lo storico dell'arte Prof. Claudio Strinati divulgatore e curatore di mostre, che per molti anni è stato il sovrintendente del polo museale romano, ci guiderà alla scoperta dettagliata di questa suggestiva chiesa situata nel rione Trevi, lungo via del Corso. Video realizzato dal Centro di Produzione RAI TV di Roma sotto la regia di Gianfranco Ciagni:

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