MUSEO DELLE CERE DI ROMA

IL MUSEO DELLE CERE DI ROMA di Claudio Di Giampasquale

Correva l’anno 1958, quando al Salone delle feste del Casinò di Sanremo Domenico Modugno vinceva il Festival di Sanremo con “Nel blu dipinto di blu” in coppia con Johnny Dorelli, brano scritto e musicato dallo stesso gigante canoro di Polignano a Mare insieme a Franco Migliacci, divenne la canzone italiana più celebre di sempre con oltre 22 milioni di copie vendute in tutto il mondo e tredici settimane di permanenza alla prima posizione della Billboard Hot 10. Il 29 giugno dello stesso anno, allo stadio Råsundastadion della piccola Solna cittadina nella contea di Stoccolma, il Brasile vinceva la Coppa del Mondo di football, allora denominata World Cup Jules Rimet, in campo giocava l’adolescente Edson Arantes do Nascimento diciassettenne cresciuto a Três Corações centro abitato del Minas Gerais, era soprannominato Pelè, appellativo che i compagni di scuola gli affibbiarono per farlo arrabbiare. Nel luglio 2011 Pelè fu dichiarato "Patrimonio storico-sportivo dell'umanità".

Sempre nello stesso anno a Roma, in Piazza dei Santi Apostoli 67 nei pressi di Piazza Venezia, in un'ala di palazzo Colonna, apriva i battenti il Museo delle Cere voluto e fondato da Fernando Canini, che dopo aver visitato altri musei dello stesso tipo in giro per il vecchio continente decise di donarne uno anche alla città eterna.

Ancora oggi unico in Italia nel suo genere e terzo in Europa per l'importanza e numero di figure rappresentate, dopo il Madame Tussaud di Londra e il Grévin di Parigi, espone centinaia di opere che rappresentano con incredibile somiglianza autorevoli personaggi della storia antica, del recente passato e contemporanea. Rinnovatosi nel 2011 inserendo anche statue di cantanti e attori, alcuni dei quali hanno vestito con i propri abiti la scultura che li rappresenta, come ad esempio Luciano Ligabue e Andrea Bocelli. La direzione del museo segue le tendenze della società e cerca di stare al passo anche dei gusti e la curiosità delle nuove generazioni di visitatori.

Dal primo giorno di apertura la gestione di questo importante e originale luogo di cultura porta avanti la propria attività senza l’ausilio di finanziamenti pubblici, sostenendosi unicamente con i proventi derivanti dall’ingresso dei propri visitatori e questo ne dimostra palesemente la qualità e la capacità da parte del gruppo di management oggi capitanato da Fernando Canini, nipote del fondatore, di gestire e dirigere questo prestigioso museo vanto della città di Roma, in tutte le sue funzioni: artistiche, amministrative, direttive, gestionali e operative.

Le opere scultoree in cera d’impressionante somiglianza ai personaggi che rappresentano, vengono realizzate ognuna artigianalmente in più fasi prima delle quali mediante modellati scultorei realizzati in creta da valenti artisti e poi su questi modellati vengono realizzati i calchi. 

Il museo delle cere di Roma è un luogo decisamente atipico, che per certi versi sta sia dentro che fuori dal tempo della città e del suo presente. La sua vera particolarità è l’eccentrica disposizione degli elementi che tende a far dialogare attraverso connubi e allestimenti metatemporali. Muovendosi fra le sale sembra come di leggere un vecchio libro di storia con ritratti  e sguardi sbiancati da tempo, ma che si presume, allora fossero penetranti.

Questo luogo fa pensare sia alla dimensione della senilità sia a quella infantile, l’idea di mettere tanti personaggi insieme appartenenti a epoche e contesti più svariati crea risultati stravaganti a tratti inquietanti. Suddiviso in dieci sale, è aperto, sette giorni su sette, dalle ore 9:00 alle ore 21:00. Per prenotare i biglietti online, clicca sull’immagine qui sotto.

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