MERIDIANO DI MONTE MARIO

IL MERIDIANO DI MONTE MARIO  di Claudio Di Giampasquale

Sulla collina di Monte Mario, presso l’ex forte militare sorge la «Torre del Primo Meridiano d’Italia» che fu inizialmente eretta nel maggio 1870 dall’astronomo gesuita Angelo Secchi per disposizione del governo pontificio, era destinata alle operazioni di misura del meridiano centrale europeo. Con l’Unità d’Italia questo meridiano divenne punto di riferimento per la cartografia nazionale. Il manufatto originale dell'edificio, a pianta quadrata, fu demolito nel 1878 per i lavori di costruzione del «campo trincerato di Roma», un sistema militare difensivo composto da quindici forti dislocati in vari punti strategici della città. Nel 1882 fu costruita l’odierna torretta. La storia del Meridiano di Roma si interseca con quella degli studi sulla forma della Terra. Infatti, nella seconda metà del XVIII secolo dopo la pubblicazione delle teorie di Newton, vi era fra gli scienziati discordanza sulla forma effettiva del pianeta. Questa disputa diede luogo ad una serie di spedizioni al fine di misurare con esattezza la curvatura dei meridiani (detta "misura del grado di meridiano") e quindi la forma geometrica più vicina a quella reale della Terra.

Il Meridiano di Monte Mario o Meridiano di Roma, detto anche «Primo Meridiano d'Italia» è spostato rispetto a Greenwich poco più di dodici gradi. Entra in Italia dall’Austria, passa vicino alla laguna di Venezia, attraversa il delta del Po scendendo lungo la penisola. Passa vicino Perugia e arriva a Roma passando su Monte Mario. Attraversa la via Trionfale e giunge su Città del Vaticano, da qui esce dalla parte della stazione pontificia e continua il suo viaggio attraversando il parco di Villa Pamphilj. Oltrepassa il Tevere e percorre il Foro Romano e il centro storico, scendendo all'altezza della Cristoforo Colombo. Sovrasta l'imponente quartiere dell'EUR e oltrepassa il Grande Raccordo Anulare uscendo infine dai confine della Capitale. Passa sopra Torvaianica, sovrasta il mar Tirreno dirigendosi verso il sud fino a sovrastare la Sicilia orientale, sfiorando l’isola di Lampedusa va verso l'Africa.

Come punto di riferimento per la misura del Grado di Meridiano, fu scelta l’altura di Monte Mario, dove nel maggio del 1870 iniziò la costruzione della torre. Nel 1871 i lavori finirono, ma la torre non ebbe vita pacifica, dopo pochi anni venne infatti abbattuta per fare spazio al forte di Monte Mario. Una volta terminata questa costruzione militare, la torretta venne ricostruita nello stesso posto, dato che non era d’intralcio alla grande struttura di difesa e il piccolo edificio di mattoncini che si erge ancora oggi rimane privo di rilevanza geodetica in quanto i nuovi sistemi satellitari hanno cambiato il modo di misurare e raffigurare le carte geografiche. Nonostante il sistema di riferimento internazionale adottato anche dall’Italia, poneva quello di Greenwich come il meridiano dal grado 0, in Italia ancora a lungo si continuò ad utilizzare il Meridiano di Roma, come punto di riferimento per la costruzione di carte geografiche e per le misurazioni.

Gli antichi romani chiamavano l'altura sopra il Vaticano «mons vaticanus» o «clivus cinnae» probabilmente dal nome del console Lucio Cornelio Cinna. Rimane il fatto che l'origine del nome Monte Mario è incerta. Ci sono due ipotesi: la prima è che esso derivi dal termine "mare" poiché sulla sua sommità sono state ritrovate molte conchiglie fossili ed inoltre perché, quando il cielo è terso, dalla sua altezza è possibile vedere la costa laziale. La seconda è che tale denominazione derivi dalla villa appartenuta all'umanista italiano Mario Mellini, vissuto nel quindicesimo secolo, oggi sede del Museo Astronomico e Copernicano dell'INAF-Osservatorio Astronomico di Roma. Questa teoria però è in contrasto col fatto che già nel Medioevo questo luogo veniva chiamato Monte Malo, in seguito all'uccisione di Crescenzio Nomentano da parte di Ottone III nell'anno 998. Anche il poeta Dante Alighieri, riferendosi a Roma nel canto XV del Paradiso, usa il termine «montemalo».

Tornando al Primo Meridiano, nell'ambito della città di Roma la linea attraversa il Collegio Romano e penetra all'interno del Foro romano, attraversando quello che era ritenuto il centro principale dell'antica Roma. Si ipotizza che la scelta di padre Angelo Secchi fosse più che simbolica e non dettata solamente da fervore religioso: oggi, nei pressi di quest'area sovrastata dal meridiano sorgono i resti della Basilica Giulia, una delle più antiche realizzazioni cristiane a Roma, sui gradini della quale, in una zona non normalmente accessibile al pubblico dei visitatori, ove sorgeva il Tempio di Cibele, sono state trovate tracciate alcune Triplici Cinte Sacre (simboli rappresentanti l'orientamento dell'uomo nello spazio e nell'ambito vitale e l'opposizione della terra al cielo) su cui anticamente era stata posta la famosa Lapis Niger sottratta dal Tempio di Cibele a Pessinunte (principale centro di culto in Anatolia dedicato a Cibele, dea ambivalente che simboleggiava la forza creatrice e distruttrice della Natura).

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