LAMPIONI DE ROMA

I VECCHI LAMPIONI DI ROMA di Claudio Di Giampasquale

Nel corso del XVIII secolo Roma era ancora sprovvista di una capillare illuminazione pubblica del tessuto viario cittadino. Fino a quell’epoca, infatti, venivano illuminate solo le zone centrali di maggior importanza politica e religiosa ed in modo spesso insufficiente, tanto che in occasioni particolari si era costretti a provvedere con grandiose fiaccolate o con file continue di grosse lanterne a candela, metodo impiegato, tra l’altro, per illuminare anche la cupola di San Pietro.

Fu dal 1798, anno dell'occupazione, che venne introdotto dai francesi nella città, il concetto moderno di illuminazione stradale come ruolo fondamentale nella società. Dal 1810 l'illuminazione stradale a Roma fu affidata a lampioni ad olio d'oliva e venne arruolato un congruo numero di operai che si occupò della programmazione e gestione dell’illuminazione sulla base dell’ora solare indicato dall’Autorità Municipale. Questa scrupolosa cura nell’organizzazione dipendeva, sia dalla volontà transalpina di mettere al passo la città eterna con le altri capitali europee, sia con le necessità d’ordine pubblico per le quali una buona illuminazione stradale permetteva un più facile controllo da parte delle truppe d’occupazione. 

Il Gazometro del Circo Massimo fu il primo stabilimento per il gas ad essere costruito a Roma, si trovava in Via dei Cerchi, ad angolo con l'attuale Via della Greca, nel Rione Ripa.

In concomitanza al ripristino dello Stato Pontificio, arrivò l’illuminazione a “gas” e in seguito alle disposizioni del Governatore di Roma si diede vita all'officina del gas, cosiddetta Officina dei Cerchi, lo stabilimento ed il gasometro furono impiantati nell'area del Circo Massimo, che all'epoca non era ancora stato scavato, sui terreni di proprietà del Marchese del Bufalo, posti vicino al Tevere, per poter scaricare nel fiume i residui di lavorazione.  L'officina era costituita da un grande edificio, con tetto a spioventi, posto trasversalmente a Via dei Cerchi, in cui veniva prodotto il gas a partire dal carbone. Lo stabilimento di proprietà della società Anglo-Romana arrivò a produrre 2 milioni e mezzo di metri cubi di gas all’anno, col quale venivano illuminate le principali strade e piazze del centro. Le cronache del tempo riportarono con entusiasmo lo spettacolo della sera del giorno di capodanno 1854 quando, alle ore 19, tutto ad un tratto, vennero solennemente accesi dal Pontefice Pio IX i primi 44 lampioni posti nelle principali strade del Tridente, al Quirinale e inclusivamente sulle vie: Papale e del Corso, e dal Campidoglio alle piazze del Gesù e di Venezia. 

A metà del secolo diciannovesimo Papa Gregorio XVI aveva condannato espressamente la nascente illuminazione a gas come qualcosa che sovvertiva la naturale alternanza del giorno e della notte. Con l'ascesa al soglio pontificio di papa Pio IX nel 1846 la situazione cambiò e successivamente con l'annessione di Roma al Regno d'Italia, il Gazometro dei Cerchi dovette servire i nuovi quartieri che si andavano via via costruendo, vennero quindi effettuati  degli ampliamenti, per cui l'officina del gas occupò progressivamente tutta l'area del Circo Massimo, con altri tre forni di produzione e le loro ciminiere, nuovi gasometri circolari e i depositi per il carbone, posti proprio davanti al Palatino. Con l'annessione di Roma all'Italia la concessione del gas rimase alla società anonima Anglo-Romana, ed anzi le prospettive di sviluppo dell'azienda aumentarono molto in conseguenza dell'elevazione di Roma a capitale del nuovo stato unitario e della conseguente "febbre edilizia".  Per soddisfare l'accresciuta domanda di gas, nel 1871 l'impresa aprì la seconda officina del gas, detta del Popolo perché si trovava nel quartiere Flaminio per servire la zona Nord di Roma, allora ancora non edificata.

Nel 1910 entrò in funzione il Gazometro Ostiense, destinato a soppiantare i vecchi impianti esistenti. 

Uno scorcio di vita romana in via Nazionale al termine del diciannovesimo secolo nella quale si evince la perfetta linearità dei lampioni di illuminazione a gas a bordo del marciapiede.

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