L'ANTICO GIOCO DEGLI ASTRAGALI di Claudio Di Giampasquale

Fin dall’età repubblicana le scommesse e il gioco d’azzardo erano proibiti e permessi soltanto in occasione delle Saturnalia, solenni feste religiose che si celebravano verso la fine di dicembre in onore di Saturno e prevedevano manifestazioni orgiastiche, scambi di doni, l’abolizione delle distanze sociali e la sospensione di alcune norme. A controllare che nessuno si dedicasse a giochi illeciti dopo il termine delle festività vi erano gli edili, magistrati addetti a varie mansioni civili. Anche i privati cittadini potevano sporgere denuncia contro terzi, appellandosi alle leggi De Aleatoribus, che punivano i giocatori d’azzardo con ammende fino a quattro volte la posta in palio. I trasgressori, tuttavia, rischiavano talvolta una pena detentiva, come il carcere o il lavoro forzato nelle cave.

L'antico "gioco degli astragali" era molto popolare nell'antica Roma repubblicana. Si giocava usando piccoli ossi di animali, generalmente pezzetti di zampe posteriori di pecora o capra che erano usati anche per scopi rituali per ciò erano chiamati "astragali. Venivano lanciati per determinare un esito del destino che interessasse al giocatore o un risultato. Nell'urbe divenne uno dei passatempi preferiti, ogni astragalo aveva almeno quattro facce ognuna delle quali rappresntava un valore numerico diverso e il giocatore ne utilizzava un numero variabile da quattro a cinque e il modo in cui venivano lanciati contribuiva a determinare insieme al punteggio svelato dagli ossi, il risultato.

Ogni astragalo aveva due facce piatte e due curve, quelle piatte rappresentavano valori di punteggio da uno a sei, mentre le facce curve rappresentavano un punteggio pari a zero ossi di "perdita". A seconda delle versioni del gioco si potevano rappresentare ulteriori diverse possibilità di risultato. Esistevano anche varianti in cui il gioco si sviluppava in più fasi, con obiettivi specifici da raggiungere, come accumulare punti in sequenze particolari o completare un percorso. In alcuni casi questo gioco veniva praticato come di abilità dove il giocatore doveva tentare di lanciare gli astragali in modo da ottenere specifiche combinazioni.
Come detto, oltre a essere un passatempo, il gioco degli astragali aveva anche connotazioni astrali e divinatorie se non religiose e veniva associato alla lettura dei segni della natura o umani e favorendo la lettura del futuro nonché della sorte e di conseguenza permetteva di osare le predizioni. In alcuni casi le persone credevano che gli astragali possedessero una sorta di potere magico e che il loro lancio fosse influenzato dagli influssi degli dèi o dalle forze sovrannaturali. Ciò era particolarmente evidente nelle pratiche divinatorie, dove il destino dei giocatori veniva visto come una riflessione di voleri superiori.
Nell'era imperiale, a Roma il gioco degli astragali venne gradualmente sostituito da quello dei "dadi" in legno o in avorio, ma non scomparvero del tutto e le loro peculiarità simboliche rimasero e si trasmisero sino a influenzare la cultura ludica dei giochi di oggi. Furono utilizzati perfino come simboli ponderali e monetari, entrando così nella quotidianità, non soltanto ludica o religiosa.