GIARDINO DI SANT'ALESSIO

GIARDINO STORICO DI SANT'ALESSIO

Sul colle Aventino, incastonato tra il convento di S. Sabina, la chiesa di S. Alessio e la Villa Magistrale del Sovrano Ordine di Malta c'è una splendida terrazza affacciata sulla città offrendo una vista mozzafiato. È il belvedere del Giardino di Sant'Alessio, un piccolo parco originato con uno spirito di logica e da un senso di armonia in cima all'altura capitolina che può essere considerata il colle della poesia. È questo un luogo che ha suggestionato con la sua riservatezza e serena bellezza, poeti come D’Annunzio e Carducci attraverso una minimale concezione di «discreto parco panoramico proporzionato al numero di frequentatori». 

Il colle Aventino a ridosso del Circo Massimo e delle Terme di Caracalla, è una delle alture tra cui nacque la città eterna. Solitario e suggestivo, come testimoniò in più opere il pittore Ettore Roesler Franz, è stato nella storia il palcoscenico di un'infinità di avvenimenti storici più o meno noti. Originariamente venne chiamato «Mons Murcius» dai mirti che lo ricoprivano, solo successivamente assunse il nome attuale. 

Il Giardino di Sant'Alessio a pianta rettangolare, è attraversato da un viale centrale, circondato da alberi e piante di vario genere. La superficie piana ed erbosa è abbellita da aiuole in modelli simmetrici, separate e collegate da sentieri di ghiaia. L’area attuale era parte del soppresso convento della Congregazione Somasca in S. Alessio all’Aventino che la Giunta Liquidatrice dell’Asse Ecclesiastico aveva consegnato al Comune di Roma nel 1877, in attuazione di quanto disposto dalla legge del 1866 sull’abolizione degli enti ecclesiastici. Il Comune lo sistemò a verde con grande semplicità, valorizzando lo stretto corridoio che conduce alla terrazza che offre ai visitatori una strabiliante vista sulla città. Attorno al viale centrale furono disposti pini ed essenze mediterranee secondo una tipologia tradizionale di giardino romano pubblico tardo ottocentesco. Nel 1937, sul muro di sinistra, fu stata sistemata una fontanella proveniente dallo scomparso Palazzo Accoramboni e nel 1954, in una vicina aiuola la statua di Santa Giovanna D’Arco dono dell’autore francese Maxime Real Del Sarte.

Share by: