FONTANA DI PAPA GIULIO III

FONTANA DI PAPA GIULIO III

Realizzata «fuori Porta del Popolo» per volere di papa Giulio III nella metà del XV secolo, si trova all'incrocio tra la via Flaminia e via di Villa Giulia nel Quartiere Pinciano. La fontana addossata all'angolo smussato dell'edificio noto come «palazzetto di Pio IV» è in mediocre stato di conservazione, la vasca presenta numerosi punti di fuoriuscita dell’acqua che denunciano l’alterazione se non la completa mancanza dello strato impermeabilizzante. Le vecchie stuccature sono deteriorate e non più funzionali.

Le origini risalgono esattamente al 1552 quando papa Giulio III si fece costruire la villa sulla via Flaminia oggi conosciuta appunto come villa Giulia, circondata da un parco con piante, statue e giochi d'acqua tra cui un ninfeo. Nel 1552 alle spalle del ninfeo e quindi all'esterno del perimetro della sontuosa residenza ed all'imbocco della strada di accesso il papa proveniente dalla famiglia Ciocchi Del Monte fece erigere questa fontana monumentale per uso pubblico dei viandanti che si recavano a Roma verso porta del Popolo. Per la realizzazione incaricò l'architetto e scultore toscano Bartolomeo Ammannati amante della «bella maniera» italiana, un artista allora prediletto alle élite delle raffinate corti principesche. Oggi vediamo ancora questa fontana divisa in tre sezioni delle quali al centro vi è un'iscrizione che indica come Papa Giulio III abbia fatto costruire la fontana per pubblica utilità.

In origine vi era una testa di Apollo, oggi in parte alterata, da cui sgorgava l'acqua sulla vasca sottostante di granito e sopra la quale è ancora presente il timpano sorretto da colonne corinzie. Nelle due sezioni laterali sono presenti due cavità che in origine ospitavano le statue della Felicità e dell'Abbondanza purtroppo asportate. Sopra la struttura, sempre in origine, ai lati, erano presenti le statue di Roma e di Minerva ed al centro quella di Nettuno affiancato da due obelischi. Ad alimentare la fontana era un condotto secondario dell'Acquedotto Vergine inaugurato nel 19 a.C. da Agrippa, genero dell’imperatore Augusto, e che trae probabilmente il nome dalla purezza e freschezza delle sue acque anche se una suggestiva leggenda lo fa risalire alla fanciulla che indicò il luogo delle sorgenti ai soldati incaricati della ricerca.

Nel 1560 la fontana venne modificata e inglobata nella Palazzina di Pio IV costruita da Pirro Ligorio. La palazzina venne donata a San Carlo Borromeo, nipote di Papa Pio IV de' Medici il quale vi appose una semplice scritta con il suo nome in latino. Successivamente in occasione della nascita di Filippo Colonna figlio di Fabrizio Colonna Principe di Paliano venne rimossa la scritta di Papa Giulio III sostituita da una nuova in onore del nobile nascituro.
Nel 1750 la villa passò di proprietà ad un altro componente della famiglia Colonna e la testa di Apollo da cui sgorgava l'acqua venne sostituita da un mascherone ornato con trofei di armi e bandiere.
Le numerose modifiche che negli anni alterarono l'aspetto della fontana, pur lasciando alla stessa un aspetto signorile, crearono una composizione all'apparenza poco coerente che portò Francesco Milizia teorico dell'architettura, storico e critico dell'arte e teorico del Neoclassicismo ad affermare:
«Chissà questo sproposito di che architetto è?...»

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